L’approccio in caso di dolore

Nel caso di insorgenza acuta di un dolore alla spalla, senza avere traumi recenti in anamnesi, la prima cosa da fare è mettere il braccio a riposo (usando un tutore o in casi di emergenza un foulard) e applicare il ghiaccio sulla zona (20/30 minuti ogni 3 ore). E’ consigliato, inoltre, il posizionamento di un taping funzionale sulla spalla perchè tramite la compressione dell’articolazione si ottiene una decongestione dell’area infiammata e visto che, spesso, il dolore disturba il riposo notturno, si consiglia di dormire con la spalla più elevata rispetto alla posizione del cuore (stare semiseduti a letto o in poltrona) e di assumere dei farmaci antinfiammatori. 

Se dopo qualche giorno di riposo i sintomi non sono scomparsi, sarà inevitabile ricorrere alla consulenza di uno specialista.

La visita permette di formulare una diagnosi

Lo specialista effettua la diagnosi nel corso della visita medica, attraverso dei test che si eseguono durante l’esame obiettivo del paziente. La diagnosi dovrà trovare, poi, conferma negli esami radiologici. Di solito devono essere eseguite delle radiografie per visualizzare le ossa e poter escludere le patologie artrosiche, per verificare la correttezza dello spazio subacromiale e soprattutto per escludere le patologie tumorali. Le parti molli (legamenti e tendini) generalmente devono essere valutate con una risonanza magnetica senza contrasto; questo esame permette di misurare esattamente l’ampiezza della lesione tendinea ed il trofismo del muscolo corrispondente (quest’ultimo parametro è fondamentale per dare la prognosi sulla riparabilità della lesione). La risonanza magnetica permette anche di evidenziare patologie come l’algodistrofia o la necrosi ossea della testa omerale non scopribile con la semplice lastra.

Una volta che avrà un quadro completo della situazione, lo specialista discuterà con il paziente le opzioni di trattamento più adeguate.